Disney e Universal, guerra all’IA: “Midjourney? Un pozzo senza fondo di plagi e violazioni”

Disney e Universal fanno causa a Midjourney. La popolare startup di intelligenza artificiale che genera immagini da descrizioni testuali è accusata di violazione di opere protette da copyright. È il primo confronto legale tra i principali studi di Hollywood e le compagnie di IA generativa.

Disney e Universal, l’accusa: “Pozzo senza fondo di plagio"

Le due aziende accusano Midjourney di aver utilizzato "innumerevoli" opere protette da copyright per addestrare il proprio software. Tutto senza autorizzazione. La causa (110 pagine, depositate presso il tribunale federale di Los Angeles) contiene esempi di immagini generate dall'IA che riproducono fedelmente personaggi iconici come Darth Vader, Elsa di Frozen, i Minions, Spiderman, Hulk e Yoda.

"Midjourney è il parassita del copyright per eccellenza," dichiarano Disney e Universal, sostenendo che l'azienda ha creato copie che "incorporano e copiano sfacciatamente" i loro famosi personaggi, spesso semplicemente cambiando lo sfondo o la location senza alcuna trasformazione creativa.

Midjourney, affari milionari in pochi anni

Midjourney, fondata nel 2022 da David Holz (ex fondatore di Leap Motion), ha registrato ricavi per 300 milioni di dollari nel 2023, un aumento drastico rispetto ai 50 milioni del 2022, riporta la BBC. La startup di San Francisco, che si definisce "laboratorio di ricerca indipendente" con meno di una dozzina di dipendenti, vende abbonamenti che vanno da 10 a 120 dollari al mese e sta pianificando un servizio video.

Nonostante gli avvisi di “fermatevi e non andate oltre” inviati da Disney l'anno scorso e da Universal il mese scorso, Midjourney non ha fornito risposte sostanziali.

Le implicazioni per Hollywood e l'IA

La causa si inserisce nel rapporto complesso dell'industria dell'intrattenimento con l'intelligenza artificiale e le aziende che ne sono protagoniste. Solo due anni fa andava in scena il più grande sciopero della storia di Hollywood quando attori e sceneggiatori hanno incrociato le braccia chiedendo di essere protetti dall’avanzata delle tecnologie basate su IA.

Oggi la tecnologia è molto più sviluppata e potente di allora e viene sempre più utilizzata in film e TV per alterare voci (come in "Emilia Perez" e "The Brutalist", candidati agli Oscar, ricorda il New York Times) e ringiovanire attori come Tom Hanks e Harrison Ford.

"Siamo ottimisti su come l'IA possa essere utilizzata responsabilmente per promuovere la creatività umana," ha dichiarato alle agenzie di stampa statunitensi Horacio Gutierrez, direttore legale di Disney. "Ma la pirateria è pirateria, indipendentemente dal fatto che sia commessa da un'azienda di IA".

Perché questa causa è destinata a segnare un prima e un dopo tra IA e Copyright

Gli esperti legali sottolineano che la causa non è scontata. Secondo quanto riportato dal New York Times il professor Shubha Ghosh dell'Università di Syracuse nota che mentre molte immagini di Midjourney sembrano semplici copie di personaggi protetti, la legge sul copyright riconosce che la creatività può basarsi su opere esistenti purché aggiunga elementi nuovi.

Randy McCarthy dello studio legale Hall Estill evidenzia che dovranno essere risolte questioni complesse come i termini di servizio di Midjourney e l'analisi del "fair use" prima di poter prevedere l'esito.

Ma molti vedono nella querelle legale tra le due grandi major e la società di IA un confronto cruciale. Uno di quelle che stabilirà un prima e un dopo. L’Europa ha provato a difendersi dalle questioni legate al copyright con l’AI ACT, ma la questione è molto più complessa e travalica confini nazionali, continentali. Una sfida aperta il cui futuro è incerto, con incognite pesanti sia per l’industria dell’intrattenimento che dei suoi lavoratori.